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Macchi C.205 Veltro Serie III
Macchi C.205 Veltro Serie III (M.M.92219) 1° Squadriglia, 1° Gruppo Caccia, Aeronautica Nazionale Repubblicana Reggio Emilia, ITALIA, Maggio 1944 Velivolo personale del Magg. Adriano VISCONTI ![]() Cenni Storici ![]() L’aereo qui rappresentato apparteneva alla serie III e quindi l’armamento di lancio complessivo era costituito da due mitragliatrici Breda-SAFAT da 12.7 mm., con 370 colpi per arma, montate sul muso e da due cannoncini M.G. 151da 20 mm., con 250 colpi per arma, installati uno per ala. Con l’arrivo del Veltro, dall’aprile del 1943, i “cacciatori” italiani disponevano, finalmente, di un caccia potente e veloce con il quale affrontare ad armi pari i pariclasse avversari. Inoltre, con l’armamento della serie III, i piloti più abili riuscivano a contrastare efficacemente i bombardieri plurimotori nemici che costantemente martellavano il suolo italiano. Purtroppo l’industria italiana, al pari di altri velivoli, non riuscì mai a produrre un numero di velivoli sufficiente alle reali necessità. Infatti in totale furono consegnati ai reparti (R.A. e A.N.R.) soltanto 277 C. 205, più altri 29 ottenuti al Sud (presso l’Aeronautica Cobelligerante) per diretta trasformazione del C. 202 Folgore. Collocazione storico-geografica ![]() L’aereo oggetto del presente articolo, contrassegnato dal codice 18-1, e dalla m.m. 92219, era uno degli aerei personali del Magg. Adriano Visconti, Asso dell’aeronautica italiana, appartenente alla 1° squadriglia e comandante del 1° gruppo caccia “Asso di bastoni”. Il gruppo, nel maggio del 1944, era dislocato presso l’aeroporto di Reggio Emilia. L’A.N.R. all’epoca era duramente impegnata a difendere i cieli italiani dalle continue incursioni dei caccia e dei bombardieri angloamericani, che avevano come obiettivo le città italiane o che si dirigevano a bombardare la Germania nazista. Il pilota ![]() La sua partecipazione al conflitto fu ininterrotta dal giorno della dichiarazione di guerra fino alla tragica conclusione. Assegnato inizialmente alla 23° squadriglia del 2° Gruppo Aviazione Presidio Coloniale dotata di Ca 309, presso Menastir, passò successivamente alla 159° squadriglia del 50° Stormo Assalto, basato a Tobruk, pilotando i Ca 310 ed i Ba 65. Promosso tenente nel novembre 1940, fu inquadrato nella 76° squadriglia, del 7° Gruppo Caccia Terrestre, portando in combattimento prima il C. 200 "Saetta" e poi il più prestante C. 202 "Folgore" sui cieli maltesi e africani. Nel 1943, già capitano, gli fu affidato il comando della 310° Squadriglia Caccia Aerofotografica equipaggiata su C. 205 V nella speciale versione fotografica modificata a Guidonia. Il 9 settembre fu protagonista di un episodio eccezionale, quando riportò il suo Veltro a Guidonia con a bordo ben tre specialisti stipati nell’abitcolo e nella fusoliera. Dopo l’8 settembre Visconti fu impegnato nella formazione dell’A.N.R., comandando inizialmente la 1° Squadriglia e successivamente, divenuto Maggiore, il 1° Gruppo Caccia. Visconti partecipò a numerosi combattimenti aerei ottenendo varie vittorie che gli valsero l’attribuzione di quattro dei cosiddetti “premi del Duce” e di varie altre decorazioni. Come già detto, la conclusione del conflitto, per uno dei più popolari e decorati piloti italiani fu tragica. Fu infatti ucciso a tradimento, con una raffica di mitra alle spalle, assieme al suo aiutante S. Ten. Valerio Stefanini, nel cortile della caserma dell’ex “Savoia Cavalleria”, a Milano il 29 Aprile 1945, dopo la fine delle ostilità ed in circostanze mai completamente chiarite. Come ricordato da chi lo ha conosciuto, oltre ad essere stato un grande pilota ed un eccezionale comandante, Visconti rappresentava il coraggio, la lealtà ed il valore di un aviatore, che viene oggi ricordato anche nella galleria degli Assi del Museo Nazionale dell’Aria e dello Spazio di Washington. Montaggio ![]() Il sottoscritto ha invece ritenuto opportuno apportare al modello diverse piccole modifiche e aggiungere alcuni dettagli, non presenti nella scatola, allo scopo di aumentarne ulteriormente la già buona fedeltà storica. In particolare, oltre ad avere utilizzato accessori in resina e fotoincisione, per interni ed esterni, sono state effettuate le seguenti modifiche. Interni ![]() Fusoliera ![]() Sono state eliminate le due bugne posteriori della cofanatura motore (una per lato) ed è stato rimosso il dipolo dell’antenna, posto sopra la gobba, in quanto non è presente in questa versione. I portellini laterali di accesso alla radio ed alla cassetta di pronto soccorso, posti dietro l’abitacolo, sono stati orientati e ubicati diversamente da come riportato nel kit, in quanto sul C.205 l’apparato radio era stato leggermente arretrato al fine di bilanciare l’aumento di peso del motore Fiat RA 1050, un po’ più pesante dell’Alfa Romeo RA 1000 montato sul Folgore. La parte mobile del timone di direzione è stata separata da quella fissa e riposizionata “mossa”. Sono stati asottigliati i flabelli anteriori e posteriori del radiatore dell’acqua, è stata posizionata l’asta orizzontale posteriore e sono stati inseriti vari segmenti di sprue sui due lati esterni del radiatore. Le entrate e le uscite dei due radiatori dell’olio, posti sotto il muso, sono state leggermente allargate in modo da assottigliare le paretine circolari esterne. Per quanto riguarda gli scarichi del motore, ho accorciato la copertura anteriore ed ho allargato i fori posti anteriormente, ho assottogliato i due scudi e ho quindi proceduto alla sostituzione dei terminali di scarico contenuti nella scatola con altrettanti in resina che risultavano di forma e dimensione più corretta. Il foro d’ingresso del filtro aria è stato approfondito, con l’aiuto di una punta di trapano, ed è stato posizionato il flabello, ricavato con plasticard, di apertura/chiusura filtro, in posizione aperta. Ho posizionato una doppia armatura a protezione della parte posteriore dell’abitacolo che, come mostrato in alcune foto dei velivoli dell’A.N.R., sembra presentare quella posteriore più spessa di quella anteriore. Sono poi stati autocostruiti e posizionati i due mirini ottici posti sopra il muso, così come sono stati autocostruiti e posizionati i due pomelli di sgancio rapido del tettuccio. E’ stato anche aggiunto il cavo di tenuta del tettuccio (ricavato da sprue filato) in posizione aperta. Ali ![]() Le luci alari ed il fanalino di coda sono stati rifatti, previa asportazione della parte di plastica interessata, con una piccola goccia di colla vinilica, la quale una volta asciutta è stata dipinta con gli appositi colori trasparenti della Tamiya. Nelle pannellature superiori, vicino a quelle delle armi, ho realizzato un incisione ovale, poi dipinta in verde, indicante l’avvenuta fuoriuscita del carrello principale (il colore era rosso a carrello retratto). Carrelli Sono state realizzate le svasature a forma di semiluna presenti sulle cartelle dei carrelli alari di questa versione e ne è stata corretta la curvatura. Lungo le gambe dei carrelli ho poi posizionato dei tubicini in rame di colore nero opaco e con il tratto terminale in azzurro, al fine di simulare le condutture del sistema frenante. La zona di attacco tra le cartelle di chiusura del ruotino posteriore e la fusoliera è stata modificata portandola a ”filo” e inoltre le due cartelle sono state rese di minore spessore. Varie Ho inoltre realizzato vari fori in corrispondenza dei cannoni alari, delle prese d’aria poste sopra la cofanatura del motore, del tubo venturi, dell’ispezione filtro carburatore, dei punti di sollevamento, della parte anteriore dell’ogiva e del mozzo del ruotino posteriore. Il foro presente sopra lo scarico destro è stato chiuso e rifatto più in alto e di forma ovale, come era per questa versione del Macchi. Colorazione ![]() Nella verniciatura del modello, eseguita ad aerografo, ho utilizzato per le superfici inferiori una miscela di colori sintetici della Humbrol composta da tre parti di bianco Hu 34 ed una parte di grigio azzurro Hu 175, che secondo il sottoscritto, può rappresentare abbastanza fedelmente il colore RLM 76. Per le superfici superiori e le sfumature presenti ai lati della fusoliera, ho utilizzato i colori acrilici della Gunze, H 68 per il RLM 74 ed il H 69 per il RLM 75. Un’attenzione particolare è stata posta alla colorazione delle varie tubazioni e dei cablaggi presenti nel vano carrelli e nell’abitacolo, i quali avevano precisi colori che ne identificavano il tipo di impianto. Ho ritenuto utile riportare in un’apposita tabella la corrispondenza tra i vari colori ed il tipo di impianto. Le pale dell’elica sono state dipinte in nero con le estremità in giallo, mentre l’ogiva era bicolore in bianco e grigio. Insegne ![]() Finitura Successivamente all’applicazione della vernice trasparente lucida, per favorire la stesura delle decals, e delle decals stesse, ho applicato, sempre ad aerografo, una mano di vernice opaca ed ho quindi iniziato la “lavatura”, “scrostatura” e “sporcatura” del modello, al fine di conferirgli una giusta finitura operativa, facendo riferimento a varie fotografie raffiguranti il C 205 dell’A.N.R. Al termine delle operazioni di invecchiamento, ho, come di consuetudine, steso sulle superfici del modello un ulteriore, ma leggera, mano di vernice trasparente opaca, mescolata con un poco di vernice lucida, per proteggere i trattamenti realizzati e per conferire al modello una finitura prevalentemente opaca con alcune parti leggermente semilucide. A questo punto, una volta ritoccati o inseriti alcuni piccoli particolari del modello (luci, antenne, tettino ecc.), il “piccolo” Veltro risulta terminato. Riferimenti wAdriano Visconti asso di guerra (Tuttostoria), w Aero Detail n. 15, w Macchi C.202/205 (Sq.Signal n. 41), w R.A. vol II (D’amico e Valentini), w Aerei Modellismo (numeri vari), w Caccia e Bombardieri della R.A. (Delta), w Atlante del Modellismo Aereo vol II (Delta) w Storia Militare n. 14, w Dimensione Cielo D3, w Dim. Cielo: Caccia Italiani II G.M. w Storia dell’Aviazione n. 73 (Fabbri), w C. 205 (Mucchi), w C. 205 (Monografie aeronautiche), w Salò una storia per immagini, w Gli ultimi in grigio verde (Giorgio Pisanò), w Air War in North Italy 44-45, wRivista Storica n. 6/91, w Ali Antiche, w L’Aeronautica Nazionale Repubblicana (Albertelli), w Uomini e macchine nei cieli (Editoriale Olimpia).
Articolo a cura di Paolo Pesaresi
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