19-12-08, 12:17 PM
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#1
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Utente Senior
Registrato dal: Sep 2008
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fasciame - Tutti i listelli devono finire sulla chiglia?
E chi l'ha detto?
Nell'infinito mare di internet ho trovato delle foro di una imbarcazione olandese in fase di restauro.
Si nota benissimo l'andamento del fasciame ed alcune tavole sono state fatte terminare non sulla chiglia o comunque nei modi tradizionali di rivestimento dello scafo, ma bensì sul corso di fasciame precedente.
La cosa è curiosa in quanto si è sempre detto che tale disposizione del fasciame non è corretta.
Mauro
Ultima modifica di trinchetto; 13-09-09 a 10:39 PM
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19-12-08, 12:42 PM
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#2
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Utente Senior
Registrato dal: Aug 2007
residenza: Roma
Messaggi: 1,009
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Mauro, è una tipica imbarcazione olandese col fondo piatto che più piatto non si può. in questo caso, forse non c'è altro modo per fasciare lo scafo vicino alla chiglia, non si riesce a recuperare la curvatura. In effetti, gli Olandesi vanno da sempre per conto loro, addirittura costruivano i galeoni "shell first", prima lo scafo e poi i quinti, per l'opera viva, poi l'opera morta la facevano tradizionalmente e sembra che nel fare lo shell first il fasciame fosse tagliato abbastanza grossolanamente, proprio come da questa foto.
FD
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10-01-09, 04:48 PM
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#3
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Moderatore
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La cosa, per quanto ne so, era normale. Fatta salva una innegabile "comunicazione" tra maestri d'ascia di scuole diverse (i vascelli erano tra l'altro pregiate prede di guerra) anche nei vascelli, quando la rastrematura sarebbe diventata eccessiva, i corsi di fasciame non finivano tutti sulla chiglia. Ho trovato che, all'approssimarsi della chiglia:
- gli inglesi di tre tavole ne facevano due (quella di mezzo veniva "inglobata"
- gli olandesi facevano finire le ultime tavole contro l'incintone più basso
- i francesi facevano esattamente quello che hai scoperto tu..
Ciao Ale
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10-01-09, 08:15 PM
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#4
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Utente Senior
Registrato dal: Nov 2008
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e me lo dite adesso? Dopo che ho combattuto listello per listello per farli finire tutti sulla chiglia? fra l'altro non riuscendoci e quindi adottando la soluzione "inglese"
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10-01-09, 08:32 PM
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#5
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Moderatore
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Oddio,
questa cosa io l'ho letta a pagiina 102 di un libro molto interessante: Bassi - Ostan "Costruiamo un modello di nave a vela" ANB Ed., 2003., dove sono anche mostrati disegni, schemi e approfondimenti.
In generale, nelle tavole non si rastremava mai oltre il limite del 50% della larghezza. Così era giocoforza trovare soluzioni diverse (appunto, quelle richiamate dagli autori).
Così come, a poppa, spesso (per ragioni opposte rispetto alla prua) non era sufficiente la larghezza della tavola di fasciame. Così si inserivano tavole; di due che partivano a centro nave ne arrivavano tre al dritto di poppa.
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11-01-09, 01:39 PM
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#6
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Moderatore
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questa discussione sugli stealer e le drop plank, come le chiamano gli inglesi, era già venuta fuori in passato, basta cercare nel forum e troverete diversi interventi al riguardo, del resto la cosa è spiegata bene anche in questo articolo (che non mi stancherò mai di citare anche se campeggia in bella vista nella sezione link utili). Sul libro di Mondfeld è riportata anche la forma diversa delle tavole usate dagli inglesi e dagli olandesi per ricavare questi particolarissimi corsi di fasciame, che, a quanto ho capito, si usavano solo quando strettamente necessario.
Gli olandesi, poi, erano belli strani, visto che come ci ricordava Sir Drake, costruivano planking before framing, come potete vedere da questo particolare preso da un diorama del wasa museet, che rappresenta l'arsenale di Stoccolma all'epoca pieno di olandesi, pertanto era possibile che qualche drop plank venisse messa "a occhio" senza farsi troppi conti (anche perchè come si fa a calcolare il perimetro dell'ordinata se l'ordinata non esiste? :| ). Non avevo idea, invece, dell'abitudine olandese di far terminare gli ultimi corsi di fasciame sotto l'incintone, sarei grato a trinchetto se mi girasse qualche fonte
Ultima modifica di redhawk; 14-01-09 a 10:29 PM
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11-01-09, 06:30 PM
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#7
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Moderatore
Registrato dal: Jan 2009
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La disposizione del fasciame secondo le principali scuole (olandese, continentale, inglese) l'ho trovata sul libro di Bassi-Ostan, I Volume a pagina 102 di cui al precedente post. L'intero testo, nel ricostruire forme e modalità costruttive degli scafi antichi, divide sempre in tre l'analisi, secondo le marinerie. Oltre alla disposizione dei corsi di fasciame analizza le chiodature, le portellature, le forme e quant'altro.
Purtroppo ancora non sono dotato di scanner (babbo natale e befana quest'anno son stati di manica corta.... ), ma appena mi sarà possibile posterò volentieri copia della pagina. Nel frattempo allego tre foto del Berlin, che è fregata olandese del XVII secolo, nella quale ho provato a seguire le indicazioni del libro.
Nel terminare contro l'incintone, veniva realizzato un incastro a palella tra i vari corsi di fasciame. Nel modello si vede ancora, seppur parzialmente ristrettosi a causa di un (cattivo) calcolo della larghezza del secondo starto del listello utilizzato per l'incintone....
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13-01-09, 09:56 AM
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#8
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Moderatore
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Caro redhawk.... ogni promessa è debito! Allego pagina 102 del libro, dove ci sono gli schemi del fasciame di prua di inglesi, olandesi e francesi.
Ciao Ale
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13-01-09, 10:09 AM
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#9
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Utente Senior
Registrato dal: Aug 2007
residenza: Roma
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Ciao Trinchetto, in effetti si cerca di dare una norma, specialmente nei manuali, per aiutare i modellisti, ma poi nella realtà di norme non ce n'erano, a parte l'esperienza dei singoli maestri d'ascia e la tradizone del singolo cantiere. Per esempio, un modello di grandi dimensioni di due ponti olandese conservato a Berlino fino alla seconda guerra mondiale, originale della seconda metà del 1600, ha il normale fasciame disposto contro la ruota di prua, con i corsi poco rastremati e svergolati ad "S". L'approccio migiore è probabilmente nell'estendere il più possibile le ricerche sul modello che si sta per iniziare, per poi ripiegare sul metodo olandese, francese o inglese, se proprio non si trova di meglio. Ciao
Francs Drake
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13-01-09, 10:35 AM
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#10
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Moderatore
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Mi trovi perfettamente d'accordo. Negli antichi cantieri si lavorava sull'esperienza, gelosamente conservata, dei maestri d'ascia e non su inesistenti manualistiche....
Penso che ciò che viene pubblicato sia il risultato, in qualche modo, di "analisi statistiche", ossia la "media" di ciò che si faceva in una data epoca in quella zona geografica.
Per noi modellisti, però, è un innegabile vantaggio: ci consente, in qualche modo, di "variare" un po' sul tema e caratterizzare un pochino di più, se si vuole, il modello. Con risultati estetici anche interessanti
Ciao Ale
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14-01-09, 05:25 PM
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#11
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Moderatore
Registrato dal: Sep 2006
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in effetti, dopo aver controllato che Mondfeld da una lettura leggermente diversa del metodo olandese, devo convenire con voi che questi schemi sono indicativi...
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